Sciatt

Letteralmente sciatt in dialetto valtellinese vuol dire rospo.

Il nome deriva dalla gobba creata dal ripieno, che li rende somiglianti a sciatt, cioè a rospi.

Altri, pur riferendo il termine alla forma irregolare delle frittelle, lo vogliono sincope dialettale di sciadatto = già adatto, cioè senza forma, vicino all’italiano sciatto.

Gli sciatt sono però delle frittelline croccanti di forma tondeggiante con cuore di formaggio fuso, solitamente servite su letto di cicoria.

Originariamente, gli sciatt erano tipici del solo paese di Teglio, ma vengono oggi considerati una specialità dell’intera valle.

Una miscela di farina di grano saraceno e farina bianca viene impastata utilizzando birra, fino ad ottenere un composto non troppo liquido, al quale andranno uniti il formaggio Casera tagliato a dadini, il pane grattugiato, un pizzico di lievito e la grappa

Ingredienti (per 4 persone):
– farina di grano saraceno gr. 200
– farina bianca gr. 100
– formaggio Valtellina Casera gr. 250
– grappa 1 bicchierino
– acqua minerale gassata q.b.
– olio per friggere
– sale.

Preparazione:
miscelare in una ciotola le farine, la grappa e il sale, aggiungendo acqua minerale, fino ad ottenere un impasto non troppo morbido.

Tagliare il formaggio “Casera” a cubetti (di circa 2 cm di lato) ed immergerli nella pastella.

Raccogliere con un cucchiaio un cubetto di formaggio alla volta, adeguatamente ricoperto dall’impasto, e lasciarlo cadere nell’olio bollente.
Far colorire gli sciatt e scolarli.

Servire gli sciatt molto caldi adagiati su un letto di cicoria tagliata finemente e condita con olio e aceto

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