I prodotti locali vengono di norma consumati al termine del naturale ciclo di vita stagionale, con conseguente valorizzazione del gusto e minor costo. Tempi di trasporto dal raccolto al consumo superiori ai tre-quattro giorni riducono notevolmente profumo, sapore e principi nutritivi dei cibi freschi.
Anche i prodotti surgelati o inscatolati vicino al luogo di produzione e subito dopo la maturazione sono più nutrienti e migliori di un alimento consumato “fresco” ma dopo una settimana di trasporti o di permanenza in una cella refrigerata.
Acquistare cibi prodotti da fattorie che vendono direttamente sul mercato locale significa favorire la conservazione della biodiversità agraria e delle varietà “storiche” delle piante, quelle cioè che sono il frutto di una selezione naturale operata negli anni da generazioni di contadini perché più buona, produttiva e resistente. Le pratiche agricole moderne, al contrario, tendono a privilegiare una ristretta rosa di varietà, scelte solo per la loro capacità a maturare simultaneamente e a conservarsi più a lungo.
Consumare cibi prodotti da fattorie locali significa anche contribuire al mantenimento di sistemi ecologici più corretti in cui l’intreccio di differenti colture (fieno, frutti, ortaggi, bosco e siepi) permette la sopravvivenza della fauna selvatica, previene l’erosione dei suoli, arricchisce l’humus del terreno grazie alle concimazioni naturali.
Il cibo locale è, inoltre, più frequentemente esente da OGM.
Acquistare alimenti provenienti dal luogo in cui si vive o in cui ci si trova e quindi prodotti in Italia offre garanzie di freschezza e genuinità e – soprattutto se si tratta di cibi tutelati da un marchio di qualità (Doc, Dop, ecc.) – trasparenza e correttezza sulla materia prima, il processo di lavorazione, il luogo di produzione, ecc.
Conoscere e consumare piatti e prodotti della tradizione locale contribuisce, infine, a tramandare una parte importante della nostra storia e della nostra identità culturale.