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La caprese sbagliata di Scicchitano

Anche uno scampo crudo nella ricetta Il pescato di qualità dal mare di Napoli diviene prelibato nei piatti di Scicchitano, il progetto di Giuseppe Scicchitano, terza generazione di ristoratori, famosi nel mondo per ‘A figlia d’ ‘o Marenaro fondato nel 1943, dove la tradizione incontra l’innovazione frutto di studio e tanto cuore, per una esperienza di gusto eccellente. Dopo aver sorpreso con gli spaghetti al cioccolato con foglia d’oro e il pacchero ai tre crostacei, Giuseppe Scicchitano ne ha ideata un’altra delle sue. E nel preparare questa speciale “Caprese” ha usato anche ricotta e uno scampo crudo, marchio di fabbrica del suo ristorante in via Foria a Napoli. «L’idea è nata dopo aver proposto un pane al cioccolato con una mousse di gamberi. Data l’esplosione di gusto abbiamo pensato di ispirarci ad uno dei classici della pasticceria. L’aggiunta della ricotta sta a simulare la pallina di vaniglia che solitamente accompagna la fetta nel piatto. E poi un tocco di gusto con un nostro cavallo di battaglia, ossia i crostacei crudi», ha spiegato Scicchitano. Per la preparazione di questo speciale piatto, così come mostrato in un reel sui suoi seguitissimi social con 1 milione di follower, si crea prima la pagnotta di pane al cacao con 200 gr di cioccolato fondente, 800 ml di acqua, un cucchiaino d’olio, 150 gr di mandorle, 30 gr di miele e 1 kg di farina, tra quella di semola e la Nuvola del Mulino Caputo. Una volta sfornata non resta che tagliarne una fetta a mo’ di torta e farcirla con ricotta allo zenzero usando una sac a poche, e adagiarvi sopra lo scampo crudo. Provare per credere! VIDEO RICETTA: H di P

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A Bolsena  l’Accademia Italiana Gastronomia e Gastrosofia  premia le eccellenze della Tuscia

Consegnati a Luigi Dottarelli,  Leonardo Belcapo  e Cesare Morelli  i Blasoni dell’Accademia per il 2024 L’ Accademia Italiana Gastronomia e Gastrosofia è un’ associazione, senza fini di lucro, che promuove i valori di un’alimentazione consapevole attraverso l’approccio multidisciplinare alle culture e politiche alimentari basate sulla Gastrosofia, che è  una disciplina che si pone l’obiettivo di coniugare appetito, arte culinaria e piacere per il buon cibo ed il bere. A Bolsena sono stati consegnati, nel corso di in un evento conviviale, i “Blasoni” dell’Accademia 2024. Per la Tuscia i riconoscimenti sono andati all’Antica Norcineria Morelli di Castiglione in Teverina, all’Hotel Eden di Bolsena e alla Fattoria Madonna delle Macchie di Castiglione in Teverina. A consegnare i prestigiosi  “Blasoni” il giornalista e scrittore Antonio Castello, Console per l’Italia Centro Ovest (Toscana, Lazio e Umbria meridionale) dell’Accademia, il quale ha dichiarato che i riconoscimenti sono stati conferiti dal sodalizio, presieduto dal Rettore Alex Revelli Sorini, professore di storia e comunicazione delle culture e politiche alimentari presso Università San Raffaele Roma, dopo aver attentamente valutato i successi conseguiti nel settore di pertinenza delle tre strutture. Dell’associazione fanno parte docenti universitari, ricercatori, giornalisti, chef, ed esperti di varie discipline come: nutrizione, storia, antropologia, enologia, cucina, degustazione sensoriale. Le principali finalità istituzionali dell’ Accademia sono quelle di ricercare filologicamente usi, tradizioni e tecniche ricollegabili al sapere gastronomico, al fine di promuoverne in Italia e all’estero la conoscenza anche in funzione didattica. I riconoscimenti sono stati consegnati a: Luigi Dottarelli, proprietario dell’Hotel Eden;  Cesare Morelli, titolare dell’omonima norcineria e a Leonardo Belcapo, della Fattoria Madonna delle Macchie. Presente all’evento Vincenzo Peparello, presidente della Confesercenti di Viterbo, il quale ha sottolineato le eccellenze delle tre strutture, sempre attente alla qualità, complimentandosi con l’Accademia per la meritoria opera che svolge nell’individuare e premiare, con estrema obiettività, i destinatari degli ambiti riconoscimenti. Harry di Prisco

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A Pozzuoli la seconda edizione di Azzurro Pozzuoli

A Pozzuoli il 28 e i 29 dicembre eventi gastronomici, convegni, masterclass e laboratori didattici per bambini Al centro dell’economia ittica puteolana il valore inestimabile della risorsa mare Il sindaco di Pozzuoli Luigi Manzoni, intervenendo alla conferenza di presentazione dell’evento nello storico Palazzo Migliaresi a Rione Terra ha dichiarato: «Azzurro Pozzuoli è una scommessa già vinta. Alla sua seconda edizione, conferma lo straordinario interesse della città, degli operatori e dei media nei confronti del mondo dell’enogastronomia flegrea». La manifestazione coinvolgerà l’intera cittadina flegrea e si pone l’obiettivo di valorizzare il pescato fresco, simbolo dell’eccellenza delle acque locali, nonché di promuovere le eccellenze enogastronomiche del territorio. Il pesce ha da sempre un ruolo centrale nell’economia ittica puteolana, che si basa su pratiche di pesca sostenibile e responsabile. Continua il sindaco Manzoni: «L’amministrazione ha creduto nel progetto al punto da richiedere un finanziamento ingente a Città Metropolitana per una seconda data in estate. Ringrazio l’Assessora Titti Zazzaro per l’intuizione e per l’impegno con il quale sta portando avanti un progetto che può proiettare l’enogastronomia puteolana e le eccellenze del territorio a livelli altissimi». Alla conferenza stampa, moderata dal giornalista ed esperto di enogastronomia Luciano Pignataro, hanno partecipato i rappresentanti delle  istituzioni locali ed esperti del settore. Sempre a Palazzo Migliaresi  si è tenuto successivamente un convegno dal titolo “Pratiche di alimentazione e nuove tendenze culinarie”, introdotto e moderato da Vincente Migliucci, esperto di ecologia. Per l’assessore alle attività produttive del Comune di Pozzuoli Titti Zazzaro: «Nonostante tutto, Azzurro Pozzuoli è di nuovo realtà. È stato un anno difficile, ma noi tutti siamo stati più forti della più grave crisi sismica degli ultimi cento anni. Azzurro Pozzuoli è un momento di festa che rimette i valori della tradizione e del pescato locale al centro di un viaggio proiettato nel futuro». L’assessore Zazzaro così ha concluso il suo intervento: « Sono felice di annunciare che dopo il successo dello scorso anno, dal 2025 le edizioni di Azzurro Pozzuoli raddoppiano, con un nuovo appuntamento previsto anche per l’estate. Tutto ciò è il frutto di una costante sinergia tra questa amministrazione, gli operatori del mercato ittico, i pescatori, le associazioni e tutti coloro che insieme a noi hanno creduto e credono nel valore inestimabile della risorsa mare». La giornata si è conclusa con lo showcooking dello chef, stella Michelin, Paolo Gramaglia e dello chef  Cristian Oliviero che hanno preparato per l’occasione piatti straordinari, grazie ai quali i partecipanti al convegno hanno avuto l’opportunità di apprezzare il pescato fresco, autentico simbolo delle limpide acque locali, abbinato ai pregiati vini del Consorzio di Tutela dei vini dei Campi Flegrei e Ischia, in un’esperienza che ha celebrato le risorse uniche di questo territorio. Il prossimo appuntamento di Azzurro Pozzuoli è per sabato 28 dicembre nel “Palazzo del Mare”, sede del mercato ittico, alle ore 10,30 ci sarà una Masterclass dedicata alla degustazione dei pregiati vini dei Campi Flegrei, curata da AIS Campania (Associazione Italiana Sommelier Campania). L’evento guiderà i partecipanti in un viaggio sensoriale unico, con l’abbinamento dei vini alle eccellenze del pesce azzurro del mare di Pozzuoli. Domenica  29, sempre nel “Palazzo del Mare”, con inizio alle ore 10,30, è previsto l’evento “Azzurro Pozzuoli 4 Family”, laboratori didattici per bambini e famiglie. Gli Agrilab non sono solo un’occasione di divertimento, ma rappresentano anche un’opportunità educativa per sensibilizzare i più giovani su tematiche fondamentali come la biodiversità, l’alimentazione consapevole e l’importanza di un rapporto armonioso con la natura. L’edizione 2024 di Azzurro Pozzuoli si concluderà il 29 dicembre con il tradizionale evento “Aperifish”, a partire dalle ore 19,00. In questa occasione, i ristoratori puteolani delizieranno i presenti con piatti unici a base di pesce azzurro, creati per valorizzare la tradizione e l’innovazione della cucina locale. I piatti saranno accompagnati dai pregiati vini dei Campi Flegrei. Bontà delle tradizioni culinarie puteolane, un’occasione da non perdere per vivere la magia delle festività natalizie nel cuore della tradizione flegrea. Harry di Prisco

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Ua, ch’ birr nasce così il birrificio KBirr

Presentato il nuovo percorso degustativo “Basta, il Gourmet e le Birre di KBirr” KBirr, una birra artigianale, quindi cruda e non filtrata, dalla  denominazione pittoresca che deriva dalla contrazione del modo di dire “Ua, ch’ birr”, espressione vernacolare che unisce folklore e sentimento, genuinità e qualità. Un nome efficace deve essere unico e facilmente pronunciabile in diverse lingue per garantire una diffusione internazionale senza ostacoli. Questo l’origine singolare del nome “KBirr”.  Per presentare il lancio del nuovo percorso degustativo, che ha visto protagonista il padrone di casa Enzo Bastelli con la collaborazione dello chef Federico Demata e le birre artigianali del Birrificio KBirr, si è svolto con grande successo l’evento: “Basta, il Gourmet e le Birre di KBirr”. L’incontro, che si è tenuto presso la pizzeria “Basta” a Nola e ha entusiasmato gli ospiti con un’esperienza sensoriale che ha unito pizze gourmet, alta cucina e birra di qualità, in un abbinamento inedito e sorprendente. Il cuore dell’evento è stato naturalmente il menù degustazione ideato da Enzo Bastelli e Federico Demata, che hanno saputo interpretare con maestria i sapori delle birre artigianali prodotte dal birrificio KBirr, creando portate studiate per esaltare ogni sfumatura della birra e viceversa. Dalla delicatezza della bionda alla complessità della scura, ogni birra è stata accompagnata da una pizza ideata per armonizzarsi perfettamente con le sue caratteristiche. Per Bastelli: «ogni pizza creata per questo evento nasce dall’incontro tra la mia passione per la cucina e il desiderio di valorizzare la birra artigianale come elemento fondamentale dell’esperienza gastronomica. Con l’abbinamento alle birre di KBirr, ho voluto esplorare nuove possibilità di gusto, cercando di creare una sinergia che esaltasse sia le pizze che le birre, in un percorso di sapori che parla di territorio e qualità». L’abbinamento birra-piatto, infatti, ha visto un perfetto equilibrio tra gli ingredienti freschi e ricercati scelti e le note uniche delle birre di KBirr, che hanno saputo accompagnare ogni portata con eleganza. Ogni pietanza ha raccontato una storia, un incontro tra tradizione gastronomica e innovazione, con l’attenzione ai dettagli che ha sempre contraddistinto il lavoro di Bastelli e Demata. In merito all’esperienza, lo chef Federico Demata ha dichiarato: «Il menù nasce dalla volontà di entrambi di guardare con lungimiranza ad un progetto ambizioso: mettere su una pizza, di livello tecnico e qualitativo già altissimo, dei veri e propri piatti di fine dining eseguiti con tecnica e accuratezza senza mai dimenticare il fil rouge che lega il commensale allo chef. Per tanto pizze che arrivino dritte alla memoria ristorativa dell’ospite senza mai confondere il palato, facendogli vivere un vero e proprio percorso degustativo alternando varie consistenze di crunchy a note di acidità, sapidità, dolcezza e tanto altro tutto da scoprire». Ha concluso Fabio Ditto, founder di KBirr: «Un viaggio nei sapori, dimostrando ancora una volta come la birra, spesso sottovalutata negli abbinamenti gourmet, possa essere una compagna ideale per piatti raffinati e creativi». Harry di Prisco

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VisiTuscia Expo per la promozione delle eccellenze del territorio viterbese

Viterbo il Palazzo dei Papi VisiTuscia Expo 2024 nel segno della Cultura, dell’Enogastronomia e del Turismo Religioso. Al via, nell’ambito della DMO “Expo Tuscia”, il secondo evento di promo commercializzazione dedicato alle eccellenze del territorio viterbese Si terrà dal 21 al 23 novembre, nell’ambito della DMO (Destination Management Organization) “Expo Tuscia”, l’edizione 2024 di “VisiTuscia”, la Borsa del Turismo e dell’Enogastronomia della Tuscia viterbese, organizzata dal CAT Centro Assistenza Tecnica di Viterbo. Quest’anno l’attenzione sarà riservata al Turismo Religioso in previsione dell’Anno Giubilare 2025. L’iniziativa promozionale si terrà nel Viterbese con un programma itinerante che vede protagonisti i comuni e le imprese del territorio localizzati anche lungo la direttrice della Via Francigena. L’obiettivo è quello di presentare le eccellenze viterbesi con il coinvolgimento interessato delle aziende, per far conoscere quanto di avvincente il territorio possa offrire, non solo dal punto di vista dell’ospitalità ricettiva ma anche enogastronomico, culturale, ambientale, termale e religioso.          «Per rispondere a questa esigenza – dichiara Vincenzo Peparello presidente della DMO “Expo Tuscia” – nel corso della manifestazione, si visiteranno cantine e si potranno degustare alcune fra le più apprezzate specialità culinarie locali. Ma lo sguardo quest’anno sarà proiettato al futuro e in modo particolare al prossimo anno, quando l’Italia e il mondo intero celebreranno l’Anno Giubilare. Per questo abbiamo voluto mettere nel programma della manifestazione due visite speciali: alla Chiesa di Santa Cristina a Bolsena, dove nel 1263 avvenne il Miracolo Eucaristico da cui, l’anno seguente, fu istituita la Festa del Corpus Domini, e al Palazzo dei Papi a Viterbo, sede Pontificia dal 1257 al 1281. Sarà comunque l’intero tragitto della Via Francigena che attraversa l’intera provincia, da Proceno fino a Roma, a catalizzare l’attenzione dei turisti il prossimo anno. La presenza di numerosi operatori del turismo organizzato, vorrà essere – haconcluso Peparello – l’avvio di un ponte comunicativo e comunitario, nella prospettiva dell’accoglienza per il prossimo Anno». Un appuntamento di promo commercializzazione, dunque, per Operatori turistici, Tour Operator, Agenti di Viaggio, Startup, Blogger e Giornalisti della stampa specializzata dei settori turistico, enogastronomico e religioso. Il progetto della DMO “Expo Tuscia”, ammesso e finanziato dalla Regione Lazio, si sostanzierà su più fronti generando una vetrina ricca di contenuti da portare alla ribalta di un vasto pubblico anche grazie all’ausilio delle nuove tecnologie che consentiranno di ridurre le distanze e generare più ampi interessi. «Expo Tuscia è una delle poche DMO nel Lazio che copre diversi tipi di cluster con prodotti alternativi e complementari, nonché di offerte di nicchia legate alla sua cultura, tradizioni e all’enogastronomia – afferma il Destination Manager Francesco Comotti – il Consorzio si pone quindi come promotore di dialogo e interazione tra le realtà del territorio, anche grazie al suo ampio partenariato pubblico e privato, attuando azioni di condivisione delle linee strategiche di sviluppo tra le varie realtà coinvolte. Questa edizione del 2024 – conclude il Manager – si arricchisce anche della collaborazione di importanti reti di impresa che fanno parte della DMO». H di P

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Il Borgo con Gusto è di scena a Castiglione in Teverina

Sabato 28 e Domenica 29 settembre il Borgo di Castiglione sarà la vetrina della cultura, dei vini e dei prodotti tipici della Tuscia Il Museo del Vino di Castiglione in Teverina (VT), è sorto all’interno dell’ex complesso produttivo dei Conti Vaselli, sfruttando le vecchie cantine che oggi arricchiscono uno spettacolare percorso museale dedicato alla cultura enologica locale. In questa location d’eccezione si terrà il 28 e 29 settembre,  la manifestazione “Borgo con Gusto” promossa dalle Rete d’Impresa Castiglionese. Il tipico borgo della Tuscia, situato su un colle vicino al confine con l’Umbria, è vicino alle sponde del fiume Tevere, immerso in un paesaggio agreste rimasto immutato nei secoli e dalla trasformazione umana per rendere il territorio più idoneo alle proprie esigenze vitali. Nel corso dell’evento sin terrà anche un educational tour riservato ai giornalisti dell’enogastronomia nazionale. L’appuntamento è per Sabato 28 per una visita guidata al MUVIS, situato nel cuore del borgo, il “Museo del Vino e delle Scienze Agroalimentari” più grande d’Europa. Un percorso sotterraneo che abbraccia oltre 3 mila metri quadrati, svela pezzi di storia e tradizione contadina e scende fino a 27 metri sotto il livello del mare dove  nella “pancia” della Cattedrale, sono conservate botti di oltre 3 metri di diametro. Il museo è inserito all’interno del vasto ed articolato complesso produttivo nella grande cantina distribuita su 5 piani (1° piano, piano terra e 4 piani sotterranei), non più in uso da quasi 20 anni. Gli aspetti della produzione e della tradizione vinaria nel territorio della Teverina, sono stati “messi in scena”, con installazioni scenografiche accanto ai grandi temi di più ampio respiro culturale che il vino suggerisce. Il programma prosegue nel pomeriggio di Sabato 28 con la presentazione della Guida “I Sapori della Tuscia” – Viaggio Enogastronomico attraverso le Sagre e Feste di paese –  del giornalista Antonio Castello. Il giorno seguente, Domenica 29, alle ore 16,30, il programma prevede una tavola Rotonda a cui parteciperanno esperti e giornalisti di settore  per discutere il tema: “Enologia e Gastronomia, volani del turismo castiglionese. Proposte e iniziativa di sviluppo”.Le finalità mirano allo sviluppo e alla promozione del territorio della Tuscia per dare quella nuova immagine del territorio che le Reti di Impresa stanno realizzando. Al termine, in Piazza San Giovanni nel centro storico del borgo, ci sarà la presentazione di varie tipologie di libri, relatore Carlo Panza.  Nell’attigua Piazza Maggiore, la compagnia “Il Circo Verde”, presenterà: “Los Filonautas”, un suggestivo spettacolo su filo teso di un duetto di artisti di strada. A Piazza dell’Apollonia si potrà poi assistere ad uno spettacolo di illusionismo tenuto dal mago ” Novas”.  Il Borgo di Castiglione in Teverina farà da scenario al percorso enogastronomico dei prodotti tipici locali, con la collaborazione degli esperti sommelier di Fisar Viterbo, che faranno degustare i vini locali illustrandone le caratteristiche,  con musica dal vivo. Harry di Prisco

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Pompei Ante Pomodoro e Dopo Pomodoro

Al Ravida la presentazione delle pizze di Pompei antica e di Pompei moderna Pompei non cessa di stupirci con le meraviglie di duemila anni fa. Lo scorso hanno è stata diffusa la notizia del ritrovamento di un affresco nel Parco Archeologico che ritrae un vassoio con  prodotti della campagna che venivano offerti all’ospite che visitava la casa  a dimostrazione della ricchezza del suo proprietario. Al centro del dipinto alcuni hanno voluto individuare l’antenata della nostra pizza per confermare l’origine partenopea della pietanza che meglio ci rappresenta nel mondo. Sembrava proprio una pizza con pomodoro e mozzarella, cosa non possibile poiché la mozzarella non era ancora nota e il frutto d’oro  è stato portato in Europa nel 1540 dal conquistador Hernán Cortés. I semi giunsero in Europa dal Messico al seguito di coloni e missionari. In ogni modo il piatto raffigurato nell’affresco potrebbe comunque avere un legame, la discussione è ancora aperta. Come ulteriore elemento di confronto un gruppo di gastronomi, capitanati dal giornalista gastronomo Renato Rocco, direttore responsabile della testata online La Buona Tavola Magazine, il giornale che parla e sa di buono, hanno voluto portare avanti un’interessante esperimento. Si sono chiesti: “come doveva essere la pizza all’epoca dei Romani di Pompei, che erano notoriamente dei buongustai ?”, e come si contraddistingue la pizza di oggi con il pomodoro San Marzano ?  L’evento “Pompei Ante Pomodoro e Dopo Pomodoro” A.P.VSD.P. è stato voluto da Anna Talamo e Raffaele Vingiani  titolari del  Ravida Resort di Pompei, con annessa la pizzeria Pomodorì. L’entrée è stata preparata dallo Chef resident Giuseppe Auricchio, sono seguite le pizze elaborate da: Andrè Guidon  di ” Leggera Pizza Napoletana ” di San Paolo del Brasile;  Sasà Martucci della pizzeria “I Masanielli” di Caserta e Nicola Cesarano resident della pizzeria Pomodorì. All’evento, che ha visto la partecipazione di numerosi giornalisti e blogger di settore,  ha partecipato anche il V. Chargé de Presse dell’Accademia Internazionale di Gastronomia  Chaîne des Rôtisseurs del Bailliage  di Frosinone, che ha portato il saluto della Chaîne. Il sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio ha presentato la sua città illustrando i progetti futuri: «C’è stato un lavoro costante, anche durante la pandemia – ha dichiarato il sindaco Lo Sapio –  purtroppo per noi, per Pompei, è stato un disastro. La città turistica romana regge sul terziano. Oggi devo dire che anche durante quella parentesi che ormai in realtà  speriamo chiusa, si sono fatti molti investimenti  da parte di giovani imprenditori che hanno reso Pompei una città anche della ristorazione, cosa questa che mancava. I 60 ristoranti presenti oggi sono tutti di qualità». Continua il primo cittadino «C’è un progetto importante della Regione Campania che riguarda il nostro territorio, sta andando avanti la bonifica del fiume Sarno che è fondamentale per la crescita e la cultura del pomodoro. Noi abbiamo fatto la richiesta di essere capitale della cultura in Italia nel 2027. Questo lo abbiamo fatto perché noi riteniamo di fare una rete per stare insieme con tutti gli altri paesi della costiera, da Pozzuoli  fino a Sapri, quindi quasi tutta la costa della Campania proprio perché riteniamo che le nostre risorse devono essere valutate». Sasà Martucci, classe 1983, della pizzeria “I Masanielli” di Caserta,  6° 50 Top Pizza Italia 2024, 16° 50 Top Pizza World 2024. Le sue sono pizze saporite con impasto soffice e delicato, risultato della lunga lievitazione. Martucci è proveniente da un’antica famiglia di pizzaioli casertani. La sua storia e la sua filosofia sono ingredienti della sua  pizza, preferendo le materie prime umili e povere della nostra tradizione, per esaltarle con tecniche di cottura e abbinamenti innovativi. Martucci utilizza  prodotti locali, DOP, IGP, da Presidio Slow Food, sostenibili e a chilometro zero. Andrè Guidon della “Leggera Pizza Napoletana” di  San Paolo, Brasile , 1° 50 Top Pizza Latin America 2024, ha ricevuto 4 volte i tre spicchi dal Gambero Rosso.  Guidon ha origini italiane, è titolare da undici anni di due pizzerie a San Paolo del Brasile. La sua pizza  ha un impasto  leggero con un mix di farine e lievitazione naturale. L’idratazione in questo periodo si attesta intorno al 65%, mentre d’inverno supera il 70%. La cottura, seguendo il modello partenopeo, avviene in forno a legna con cottura ad oltre 450 gradi. La pizza di Nicola Cesarano, resident della pizzeria Pomodorì attigua al Ravida Resort,  evolutasi nel tempo e ormai consolidata nello stile contemporaneo (cornicione alto e pronunciato, alveolato), s’inserisce in un contesto locale che offre pizze già di altissima qualità. La pizzeria dispone di un menù stagionale mentre alcuni topping sono realizzati anche dallo Chef del Ravida Resort Giuseppe Auricchio. Nell’impasto preferito da Cesarano vengono miscelate due diverse farine di tipo 1 e una di tipo 0. La cottura avviene in un forno a legna classico mentre, per quanto riguarda l’idratazione della pizza, ci si mantiene tra il 70% e il 72%. Lo Chef Giuseppe Auricchio, originario di Terzigno, dove la nonna Teresa gli ha inculcato la passione per la cucina tradizionale,  porta avanti una filosofia culinaria che abbraccia le radici della tradizione. Incarna il calore e la familiarità della cucina tipica locale donandole quel tocco di innovazione che nasce da approfonditi studi e da audaci esperimenti. La ricerca costante dell’eccellenza e dell’esclusività rappresenta un pilastro fondamentale della sua arte culinaria. Predilige la cucina di mare con pesce appena pescato, riservando però nei suoi menù un posto speciale anche a piatti della tradizione. Menu della serata Entrée Duetto: frittatina alla genovese, polpetta di zucchine con pane raffermo Degustazione pizza 6 gusti di pizza impiattata singolarmente Nicola Cesarano (resident Pomodorì): 1.      A’ friggitiell: friggitelli, provola di Agerola in uscita lardo di suino nero casertano agli aromi e cacio ricotta, basilico e olio EVO 2.      Napoli sbagliata: ombra di pomodoro San Marzano, pomodori rossi del Vesuvio, olive nere di Sicilia e in uscita acciughe di Sciacca, polvere di aglio nero, pomodorini gialli confit e confettura di pomodoro San marzano, basilico e Olio Evo Andrè Guidon (Leggera Pizza Napoletana, San Paolo del Brasile: migliore pizzeria del Centro Sud-America 2024, 1° 50 Top

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La gastronomia marocchina per festeggiare a Napoli  i 25 anni dall’ascesa al trono di Re Mohammed VI

Villa Domi scelta come location per celebrare l’importante avvenimento Il Marocco è  un Paese strategico per l’Italia in ragione delle favorevoli previsioni di crescita economica e per le numerose opportunità per le imprese in termini di investimenti: esso rappresenta un’eccellenza nell’intera regione del Mediterraneo, cui l’Italia guarda con crescente attenzione. I numerosi  accordi di libero scambio fanno si che il Marocco sia la porta d’accesso all’Africa. Una vivace economia in via di sviluppo contraddistingue il Paese che ha un importante mercato del lavoro. Come da tradizione, in ogni città sede di consolato, si organizza una festa a cui partecipano autorità italiane e marocchine per onorare Mohammed VI, un re illuminato. La città di Napoli, che da sempre è la capitale della diplomazia, nei giorni scorsi ha festeggiato solennemente i  25 anni dall’ascesa al trono di Re Mohammed VI per la terza volta consecutiva a Villa Domi del patron Domenico Contessa. L’evento è stato organizzato anche stavolta nell’incanto della panoramica villa napoletana del ‘700 su iniziativa del Console Generale del Regno del Marocco a Napoli M’hammed Khalil e della sua consorte. Il Consolato Generale del Regno del Marocco di Napoli ha nella propria area di competenza cinque regioni (Campania, Basilicata, Molise, Puglia e Calabria, praticamente tutto il Sud Italia), e ben 50mila residenti marocchini. Nel suo discorso di benvenuto ai selezionatissimi invitati, il Console Generale M’hammed Khalil ha  sottolineato l’importanza dei legami di amicizia tra Marocco e Italia. «L’amicizia fra i nostri Paesi  – ha detto il diplomatico – è resa ancora più solida da forti sinergie culturali, politiche e commerciali. Il Marocco è un Paese in costante sviluppo, sotto la guida illuminata del Re Mohammed VI, e con una elevata stabilità politica che lo rende protagonista nel preservare la pace nella regione occidentale del bacino Mediterraneo». Un interessante video proiettato sul maxischermo di Villa Domi, nel suggestivo giardino della villa illuminato da luci soffuse e decorato con eleganza, ha illustrato i punti di forza e le potenzialità dell’economia marocchina descrivendo le numerose opportunità di business presenti nel Paese. Ad allietare la serata, organizzata dalla società “Fuori Campo” di Mirka Contessa, musica dal vivo folkloristica e melodie e danze tipiche del Marocco, oltre che classici napoletani. Di grande raffinatezza le prelibatezze e le bevande di matrice marocchina servite agli ospiti: a cominciare dal tradizionale the alla menta, il couscous di verdure e carni e la pastilla, uno sformato con carne di pollo e strati di pasta sfoglia, carni salate cotte lentamente in brodo, spezie triturate, uno strato croccante di mandorle tostate e tritate, uvetta, cannella e zucchero. Il menù italiano ha previsto invece un piatto tipico per ogni regione del Sud Italia che rientra nell’area di competenza del Consolato: ecco dunque zeppoline, mozzarella, pizzette, polpette di peperoni e involtini di melenzane, parmigiana di melenzane, pomodorini, provolone impiccato e pizza di scarole fra Campania e Basilicata, e poi melenzane e fichi al cioccolato per la Calabria, orecchiette per la Puglia,  polenta con il sugo dal Molise. A chiudere, dolci tipici napoletani e marocchini. Fra i presenti all’evento numerose autorità, vertici e rappresentanti delle Istituzioni e delle Forze dell’ordine (Questura, Carabinieri e Guardia di Finanza) e del mondo consolare e diplomatico, imprenditoriale, professionale e culturale. Lo stesso patron di Villa Domi Domenico Contessa ha indossato, in segno di attenzione, importanza e accoglienza degli invitati del Marocco, abito e scarpe tradizionali del Paese africano. Fra i partner dell’iniziativa, da citare l’Amministrazione comunale di Longobardi (in provincia di Cosenza) che ha offerto la melanzana violetta DE.CO, coltivata dalla Cooperativa agricola Lady Violetta DE.CO di Longobardi e l’azienda Colavolpe di Belmonte Calabro (Cosenza), nata nel 1910 e che produce il Fico Dottato di Calabria. La melanzana violetta è una melanzana unica, dolcissima, con una pelle liscia, sottile e lucida di colore viola tagliata in deliziosi filetti. Il Fico Dottato è un frutto legato alla tradizione: nobile e unico nel suo genere, è lavorato da mani esperte che nel tempo hanno portato avanti le nostre tradizioni. Harry di Prisco

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Vincenzo Abbate e il suo impegno di cambiare il mondo dell’arte bianca 

Vincenzo Abbate e la Pizzeria Contemporanea di Aversa Moderne pizze non solo scenografiche ma assolutamente ottime raffigurando l’evoluzione della tradizione pizzaiola napoletana: scienza, passione, innovazione “Guagliù vi faccio vedere che dove tagliamo la pizza è tutta strutturata !”, così Vincenzo Abbate, pizzaiolo classe ’83, presenta il suo capolavoro: la pizza Costa d’Amalfi. Vincenzo ha ereditato la passione per l’arte bianca da suo padre e suo nonno, entrambi storici pizzaioli napoletani attivi tra i Quartieri Spagnoli e via dei Tribunali a Napoli. Fin da piccolo  Vincenzo affiancava il padre apprendendo i segreti del mestiere. Crescendo fisicamente e professionalmente il nostro  ha coltivato il sogno di aprirne un giorno una pizzeria tutta sua. Ha coronato il suo sogno a dicembre 2023, inaugurando ad Aversa la “Pizzeria Contemporanea” di Vincenzo Abbate. Uno spazio moderno con 160 posti a sedere e due forni a vista, che nell’arredamento riflette perfettamente l’ecletticità del padrone di casa. Qui trovano posto pizze contemporanee e le tradizionali ruote di carro in un avvincente percorso degustativo che è pura celebrazione del territorio regionale e nazionale. Abbate, consapevole che l’arte della pizza è una vera e propria scienza, ha intrapreso un percorso di studio da autodidatta, approfondendo la conoscenza delle farine, degli impasti, dell’amido e delle reazioni fisico-chimiche che avvengono durante la lievitazione e la maturazione. Anni di studio e sperimentazione lo hanno portato a sviluppare una pizza contemporanea “evoluta”, caratterizzata da due fermenti a lungo termine, con lievitazioni di 48 e 72 ore. I suoi impasti, con un’idratazione al 75%, offrono una consistenza scioglievole, un morso leggero e una pizza davvero “esplosiva”. Dopo anni di gavetta in giro per le pizzerie di Napoli e non solo, Vincenzo ha aperto ad Aversa la “Sua” Pizzeria Contemporanea di Vincenzo Abbate. Qui, propone il suo impasto “evoluto”, oltre alla tradizionale ruota di carro realizzata con lo stesso impasto ma con una grammatura più piccola. La presenza di due forni, uno a legna e uno a gas, completano la pizzeria che in meno di un anno ha conquistato un posto di rilievo nel cuore dei clienti di ogni fascia d’età. Il suo menù vanta prodotti d’eccellenza campana e di altre regioni, tra cui diverse DOP, Presidi Slow Food, ingredienti vesuviani e sempre stagionali, il menu cambia a seconda della stagione. Degna di nota anche la carta vini che presenta una selezione di etichette nazionali e birre artigianali. Vincenzo Abbate offre anche  consigli professionali su tecniche di impasto, cottura, e gestione del forno a colleghi interessati a scoprire i segreti della sua arte bianca. Attivissimo sui social con 106k follower su Instagram, 26mila su TikTok e 7mila su Facebook, Vincenzo è il pizzaiolo moderno che attira l’attenzione per le sue pizze sì scenografiche, ma assolutamente ottime, raffigurando perfettamente l’evoluzione della tradizione pizzaiola napoletana che unisce conoscenza scientifica, passione, innovazione a quella freschezza e impavidità giovanile capace di cambiare il mondo dell’arte bianca. Menzione d’onore anche ai fritti, asciutti, saporiti e ben dorati. Il menù degustazione Entrée di benvenuto: Frittatina Cacio e Pepe; Pizza Costa d’Amalfi: in tre cotture, fritta, al vapore e al forno: vellutata di pomodorino rosso e giallo, all’uscita stracciata di bufala campana e filetti di peperoncino e pepe; Pizza Margherita ‘a rota ‘e carretta:  “a ruota di carro”; Pizza alla Nerano: vellutata di zucchine, provola, chips di zucchine, fonduta di provolone del Monaco DOP dei Monti Lattari; Malati di pizza: crema di melanzane, melanzane fritte, pomodoro giallo, scaglie di ricotta salata; Dessert di pizza dolce in tre cotture Harry di Prisco

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